Palazzo Pitti è stata la reggia del Granducato di Toscana sotto la dinastia della famiglia Medici in precedenza e dei Lorena in seguito.
All'interno di Palazzo Pitti vengono oggi ospitati diversi musei: la Galleria Palatina, la Galleria d’Arte Moderna e altri musei specializzati come il Museo degli Argenti detto anche Tesoro dei Granduchi destinato alle arti applicate, la Galleria del Costume ovvero il maggior museo italiano dedicato alla moda e il Museo delle Porcellane.
I giardini monumentali di Boboli sono la maggior rappresentazione nel mondo di “giardino all’italiana” ovvero la suddivisione geometrica degli spazi grazie all’uso di alberi e siepi.
All’epoca della sua costruzione era il palazzo più grande e sfarzoso di Firenze.
Luca Pitti, in eterna rivalità con la famiglia Medici, desiderava un palazzo più grande e più bello di quello appena eretto da Michelozzo per Cosimo il Vecchio.
La tradizione racconta che i Pitti si rivolsero a Brunelleschi scegliendo il progetto accantonato da Cosimo de’ Medici per il suo palazzo perché giudicato troppo grandioso preferendo quello più “sobrio” proposto da Michelozzo. La leggenda narra che Luca Pitti esigesse le finestre del suo palazzo più grandi della porta principale del Palazzo Medici.
Inizialmente Palazzo Pitti aveva sette finestre al primo e al secondo piano, la facciata realizzata seguendo un modulo fisso. Innovativo fu l’inserimento della piazza antistante l’edificio, la prima costruita davanti a un palazzo privato fiorentino.
A causa di problemi finanziari il Palazzo non venne completato e i lavori si interruppero intorno al 1464. Le sorti della famiglia Pitti non si risollevarono e furono costretti a vendere il palazzo a Eleonora Toledo, moglie di Cosimo I de’ Medici. Eleonora soffriva di emorragie polmonari ed era soggetta a tubercolosi violente, oltretutto, essendo cresciuta a Napoli si sentiva soffocare nella struttura poco finestrata di Palazzo Vecchio, sua dimora iniziale a Firenze.
Il palazzo divenne quindi la casa principale della famiglia Medici senza mai cambiarne il nome e rendendo di fatto il quartiere uno dei più ambiti della città.
Nel 1560 fu realizzato il primo ampliamento del palazzo ad opera di Bartolomeo Ammannati, la sistemazione del giardino era già stata iniziata circa dieci anni prima incentrando tutto su un anfiteatro, realizzato sfruttando la conformazione naturale della collina. Veniva utilizzato per la rappresentazione di commedie e tragedie. L’Ammannati creò uno scalone monumentale per il piano nobile e ampliò le ali posteriori del palazzo abbracciando il cortile e chiudendolo su un lato.
Nel giardino troviamo la Grotta Grande, chiamata anche del Buontalenti, adiacente alla prima uscita del Corridoio Vasariano, costruito nel 1565 da Giorgio Vasari per collegare Palazzo Pitti con Palazzo Vecchio passando per gli Uffizi, Ponte Vecchio e la Chiesa di Santa Felicita.
Nel 1616 fu promosso un concorso per ampliare il palazzo sulla piazza e venne vinto da Giulio Parigi, nipote dell’Ammannati, che condusse i lavori insieme al figlio. Vennero aggiunte le due ali laterali che abbracciano la piazza, proveniente da un’ispirazione francese. La famiglia Medici fece aggiungere sulla facciata del palazzo la Fonte del Leone ornata dalla corona granducale Medicea.
Nei primi anni dell’ottocento, Palazzo Pitti venne utilizzato da Napoleone Bonaparte per il suo passaggio in città durante il suo governo in Italia. Con l’annessione della Toscana al Piemonte, il Palazzo diventò di proprietà della famiglia Savoia e il re vi risiedette durante il periodo di Firenze Capitale.
Dopo la ristrutturazione il palazzo è stato sistemato con cinque musei articolati per diverse tematiche. Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli sono stati visitati nel 2013 da circa un milione di persone rendendolo dopo la Galleria degli Uffizi e la Galleria dell’Accademia il sito più visitato.
LA GALLERIA PALATINA A PALAZZO PITTI
All’interno del palazzo troviamo la Galleria Palatina, si trova al piano nobile (primo piano) articolandosi in ventotto sale. L’allestimento rispetta il gusto dei secoli passati, con i dipinti collocati su più file selezionati seguendo un preciso criterio decorativo. Cronologicamente, ad eccezione di qualche pezzo, la Galleria contiene i dipinti riconducibili al XVI e XVII secolo.
La Galleria Palatina è situata in alcuni fra i più belli saloni del palazzo, da qui il nome “Palatina” ovvero “ del palazzo”. La collezione di dipinti è centrata sul periodo barocco e rinascimentale ed è il più grande esempio in Italia di “quadreria” dove le opere non sono esposte in ordine cronologico o di periodo, ma seguendo una linea puramente decorativa.
Per ragioni di spazio, tutte le opere appartenenti alla famiglia Medici non potevano essere ospitate all’interno della Galleria degli Uffizi, ad eccezione del periodo rinascimentale, il patrimonio artistico dei Medici è conservato all’interno della Galleria Palatina.
Il Museo è composto di base da circa 500 pezzi. Il percorso espositivo inizia nel vestibolo, una sala di ingresso di rappresentanza, e prosegue con alcune sale dedicate alla scultura dove si può trovare il busto di Cosimo I de’ Medici ritratto come un imperatore romano. Le sale seguenti prendono il nome dal tema degli affreschi rappresentati sulle volte.
Il ciclo è comunque dedicato alla mitologia greco-romana ma celebra anche la grandezza e la dinastia dei Medici. Gli affreschi delle prime cinque sale portano la firma di uno dei più celebri pittori dell’epoca, Pietro da Cortona, mentre le altre sale sono opera di artisti neoclassici della prima metà dell’ottocento.
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La Galleria degli Uffizi ospita la più vasta collezione di dipinti dal periodo romanico al XVIII secolo. Ancora oggi gli Uffizi ospitano celebri capolavori esposti in ordine cronologico